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Rovereto, 19 gennaio 2014
Compostaggio e «caso Pasina»:
«Ma ora serve una legge chiara»

La chiede il sindaco Miorandi. E Previdi:
«Bene la chiusura ma prima andavano fissati i limiti, poi aperta una trattativa»

da l’Adige di domenica 19 gennaio 2014

Nemmeno 24 ore dopo l’annuncio della chiusura dell’impianto di compostaggio della Pasina, al centro negli anni di infinite polemiche circa le emissioni odorose, e la preoccupazione ha preso il posto, solo per un attimo, dell’euforia. Perché la notizia che l’operazione sull’impianto di compostaggio di Levico e la conseguente indagine della finanza, un po’ di fibrillazione nella Città della Quercia l’ha portata. Anche se, osserva il sindaco Andrea Miorandi, le due vicende non sono sovrapponibili. «Si tratta di due dinamiche diverse. Pasina non è stata acquistata per essere chiusa. Il depuratore aveva necessità di ampliarsi, per realizzare il bioessicatore dei fanghi, alla città serviva un crz, quel terreno era di interesse. E la Pasina continuerà la sua attività, pur rinunciando al trattamento dell’umido».

Ma è lo stesso sindaco a sottolinearlo: con l’intesa annunciata venerdì pomeriggio, che chiude una vertenza dai risvolti anche penali - Bonora era stato condannato per getto di cose pericolose e tuttora sull’attività pende un esposto del Comune ancora al vaglio della magistratura - si chiude il problema a Rovereto. Ma non si risolve una volta per tutte un fattore di rischio. «Io ringrazio la Provincia - osserva – ma invito a ragionare su una legge relativa all’attività di compostaggio. Perché altrimenti domani potrebbe nascere un nuovo problema in un altro territorio».

Già, questo è il punto. Che non sfugge al sindaco. Ma soprattutto non sfugge al consigliere verde Mauro Previdi, che su Pasina, nella commissione ambiente che presiede e a titolo personale, ha fatto più di una battaglia. «Ritengo che il risultato finale sia positivo per la città, anche se io avrei fatto qualcosa di diverso. Perché il messaggio che passa non è positivo. Prima di fare un’operazione del genere, avrei fatto sì che fosse approvata la legge regionale che fissava i limiti nasometrici. Questo avrebbe obbligato Pasina a mettersi in regola, prima di tutto. Poi si sarebbe potuto anche fare un ragionamento sulla cessione del terreno. Ma prima avrei posto delle condizioni diverse. Perché questo avrebbe permesso all’ente pubblico di sedersi alla trattativa in una posizione di parità. Certo non nella posizione di chi deve risolvere un problema di salute pubblica e vivibilità. Perché così facendo probabilmente sarebbe stato anche meno oneroso».

La chiusura della vicenda, così come si sta profilando, non piace insomma al consigliere Previdi. Che un campanello d’allarme, circa l’inchiesta della Finanza sull’operazione di Campiello, se l’è fatto suonare in testa in queste ore: «Spero che la Provincia abbia fatto dei ragionamenti equi e corretti. Ma certo il messaggio che passa è che il privato può fare ciò che vuole, tanto c’è l’ente pubblico che paga, perché il privato può sempre contare sul ricatto della vivibilità di un territorio. Però sono tutti bravi a fare gli imprenditori in questo modo».

 

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